“A Sense of Distance”





COMUNICATO STAMPA

A Sense Of Distance

 15 Febbraio 2018 – 18 Aprile 2018

La Galleria Paola Verrengia presenta da giovedì 15 febbraio una mostra collettiva dedicata alla fotografia internazionale dal titolo “A Sense Of Distance“.

Gli artisti proposti utilizzano la fotografia nella dimensione artistica pura al di là di intenti di documentazione, come dispositivo artistico tout-court.

In mostra le opere fotografiche di: Giacomo Costa, Stefano Cagol, Oleg Dou, Isabella Gherardi, Rebecca Menendez, Claudia Rogge, Masaharu Sato, Kaori Miyayama e il gruppo Studio Azzurro.

Giacomo Costa (Firenze, 1970), artista toscano, realizza le sue opere integralmente al computer, senza alcuna base fotografica. L’opera esposta “Scenari n.16” è un lightbox in cui un paesaggio irreale, “illusorio”, è stato ottenuto con un software particolarmente sofisticato, che gli ha consentito di ripensare con un nuovo approccio l’immagine, realizzata attraverso due distinti atteggiamenti creativi: quello dell’architetto virtuale e del fotografo.

Stefano Cagol (Trento 1969), artista trentino cattura la realtà con il medium della fotografia e del video per poi manipolarla e rileggerla attraverso l’elaborazione digitale. Le inquadrature ravvicinate, le immagini ruotate e spesso sdoppiate al centro, creano nuove visioni, in cui il confine tra reale ed irreale si consuma in un “Real vs Unreal”. In esposizione due fotografie della serie “Tokyospace” realizzate in dibond

Oleg Dou (Mosca nel 1983), è un giovane artista russo tra i più promettenti ed originali. Realizza fotografie la cui immagine è completamente “inventata”: crea digitalmente il viso delle persone fino a ricavarne una plasticità eterea tra essere umano e androide.Ottiene così ritratti bianchi come il gesso, immobili, dolci e spettrali nello stesso momento, spingendosi fino a limiti estremi.

In esposizione l’opera Vasya (2007) una stampa lambda su plexiglass in cui un inquietante bambino “irreale” fissa lo sguardo nel vuoto.

Isabella Gherardi nata a Firenze, realizza fotografie con cui si impossessa di immagini che la circondano manipolandole mediaticamente. L’opera in mostra “Guardare Guardarsi” è un ritratto dell’artista Alighiero Boetti che la Gherardi ha realizzato durante un viaggio in Marocco.

Dell’artista spagnola Rebecca Menendez (Aviles, Spagna, 1976) si propone una fotografia nella quale in un’apparente normalità degli ambienti familiari, una suggestiva figura femminile sembra rimanere in attesa di qualcosa che sta per accadere…l’artista parte da un contesto reale ed interviene sull’immagine con l’intromissione di elementi perturbanti.

Claudia Rogge (Düsseldorf, Germania, 1968)è un’artista tedesca formatasi all’Accademia delle Belle Arti di Dusseldorf sotto la guida di Berd Beker. Attraverso l’elaborazione digitale crea immagini fotografiche di grande formato in cui uomini, donne, bambini, diventano simboli di un processo di serialità e spersonalizzazione umana. In mostra una fotografia di grandi dimensioni dal titolo “Paradise I” della serie Ever After ispirata alla Divina Commedia.

L’artista giapponese Masaharu Sato realizza fotografie e video in cui si verifica una sorta di sospensione dello sguardo tra visione interna e visione esterna. Attraverso un procedimento fotografico particolarmente complesso realizza pitture digitali con cui dà un “travestimento della fotografia in pittura e viceversa”.

In mostra anche il video Bind Drive (2011) realizzato dall’artista per raccontare con immagini poetiche il dramma del disastro nucleare di Fukushima nel 2011.

Kaori Miyayama (Tokyo, Giappone, 1975) è un’artista giapponese che vive e lavora tra Tokyo e Milano. Utilizzando molteplici linguaggi espressivi, Kaori Miyayama applica mezzi indefinibili fra pittura e fotografia, fra bidimensionale e tridimensionale, fra maniera diretta e indiretta.Dinanzi ai suoi lavori si avverte una sorta di mancanza di gravità, una condizione di “sospensione” o di instabilità interiore tra due culture, Occidentale ed Orientale, così nella foto esposta “Sei come sei” un filo sospeso sembra unire i due mondi.

Del gruppo Studio Azzurro (fondato a Milano nel 1982 da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi) da sempre attivo nel campo multimediale, delle nuove tecnologie e della fotografia, viene esposta una foto realizzata per il progetto Campo Controcampo presentato in galleria nel 2016. Tutte le foto sono concepite nella forma di dittico e anche nell’opera esposta “Campo Controcampo #01” l’azione è “nello stesso tempo reale e virtuale”…reali sono i luoghi virtuale il viaggio che compie in nostro sguardo ( Lea Mattarella).