Amparo Sard / The Fly Woman





22 Ottobre – 30 Novembre 2005
Vernissage: Sabato  22 Ottobre 2005

La Galleria Paola Verrengia inaugura sabato 22 ottobre 2005 alle ore 19.00 The fly woman, la mostra dell’artista spagnola Amparo Sard,, a cura di Antonio d’Avossa (Accademia di Brera).

Amparo Sard è nata a Son Servera (Palma di Maiorca) nel 1973. Nel 2000, a Berlino, è stata insignita del “Primo Premio Internazionale della Deutsche Bank”; ha partecipato ad importanti rassegne e fiere internazionali: Art Chicago (2002), Montreal Art Fair (2002), Art Cologne (2003, 2005) e Arco/Madrid (2003, 2004). E’ stata presente, inoltre, alla Biennale di Valencia nel 2003.
Amparo Sard «attraverso video e disegni – ma in realtà si tratta di punzonature – sviluppa l’allegoria della condizione umana e offre una visione tanto di bellezza quanto di mostruosità della perdita di identità » (A. d’Avossa, 2005). La stessa artista afferma che «la malattia del nostro tempo è la destabilizzazione molecolare, che converte l’umano in un mutante».
Nello spazio della Galleria Paola Verrengia, nella sua prima personale in Italia, l’artista spagnola presenta trenta disegni e due video, in cui la figura dell’uomo/mutante è ridotta a corpo trasparente, manichino privo d’identità, intrappolato in impercettibili ma soffocanti abiti aggrediti e assediati da insetti. La Sard mostra l’interno di questi corpi per raccontarne la consunzione e trasformazione, spesso ricreando l’ambiente nel quale vivono, un ambiente anonimo e destabilizzante come le figure che lo abitano. Ne deriva una sensazione “sinistra”, che è accentuata dal contrasto con la “bellezza” (lo bello y lo siniestro) delle superfici bianche della carta. «Nel mio lavoro, io sono in equilibrio estremo tra il bello ed il sinistro» – afferma l’artista – «il bello della carta completamente bianca e l’inquietante che si nasconde dietro di essa. Un inquietante, dal quale distoglieremmo lo sguardo se non avessimo il filtro della carta».

Durante la mostra, saranno proiettati due video: Con el agua al cuello (2005) e La mujer mosca (2004), in cui la sensazione “sinistra” è enfatizzata dalla confusione tra il reale e l’irreale percepita dallo spettatore.

Catalogo con testo critico di Antonio d’Avossa.