Giacomo Costa, Stefano Cagol / Real vs Unreal





19 Marzo – 23 Aprile, 2005
Inaugurazione : Sabato 19 marzo 2005, ore 19,00

La Galleria Paola Verrengia inaugura sabato 19 marzo 2005 alle ore 19,00 la mostra Real vs Unreal di Stefano Cagol e Giacomo Costa.

I due giovani artisti sono tra i più affermati del panorama nazionale ed internazionale dell’arte contemporanea. Entrambi reduci dalla Quadriennaleanteprima (La Promotrice delle Belle Arti, Torino), hanno partecipato ad importanti mostre e rassegne in Italia e all’estero. Nella mostra Real vs Unreal indagano, ciascuno in coerenza col proprio percorso creativo, quella costruzione complessa e cangiante che è la realtà urbana. 
Lo spazio urbano, inteso come luogo architettonico della complessità dell1abitare, è uno dei luoghi privilegiati della riflessione e della creazione artistica di Cagol e Costa.

Nato a Trento nel 1969, Stefano Cagol cattura la realtà con il medium della fotografia e del video per poi manipolarla e rileggerla attraverso l’elaborazione digitale. Le inquadrature ravvicinate, le immagini ruotate e spesso sdoppiate al centro creano nuove visioni, in cui il confine tra reale ed irreale si consuma. A Salerno, l’artista espone alcuni frames inediti del video Tokyospace - che sarà proiettato durante la mostra – dove la città di Tokyo è restituita con la sua storia, la sua iconografia, la sua riconoscibilità e tuttavia è trasformata dal deformante moltiplicarsi dell’immagine e della visione, dal divaricarsi dei punti di vista in un irreale agglomerato architettonico. In tal modo l’artista ripensa la megalopoli in termini di fruizione umana, visiva ed emotiva, sottolineando le diverse modalità di ricezione spaziale insite nel complesso rapporto io-mondo ed il senso di straniamento della metropoli.

Nato a Firenze nel 1970, Giacomo Costa realizza i suoi lavori integralmente al computer, senza alcuna base fotografica di partenza. Le sue Prospettive, in mostra nella galleria salernitana, sono quindi architetture irreali e tuttavia riconoscibili come possibili realtà urbane. Le inquadrature di matrice cinematografica dicono il divenire dello spazio urbano, il suo continuo cambiare forma e prospettiva. Le prospettive allungate, il sovradimensionamento non consentono una visione rassicurante e totale di queste architetture. Si sottraggono alla vista di chi prova a guardarle, inducendo ad un vedere che si può avvalere efficacemente, tramite l1immaginazione visiva, di tutto ciò che sta oltre la cornice, come di un moltiplicatore di significati. Quella dell’artista fiorentino è una descrizione visionaria e puntuale delle espansioni urbane, in cui l’assenza di figure umane è controbilanciata dal segno pregnante dell’opera dell’uomo, creatore e architetto di paesaggi urbani. 
La mostra proposta dalla Galleria Paola Verrengia rivolge uno sguardo approfondito alla realtà e alla progettualità dell’urbano attraverso i suoi fitti e sempre più cruciali rapporti con i linguaggi dell’arte. Uno sguardo che è comprensione profonda della città, degli stili di esistenza e delle forme di vita che in e per essa si affermano.